Psicologa, Psicoterapeuta, Psicodiagnosta e Gruppoanalista a Milano e a Damanhur, nei pressi di Ivrea.
Psicologia analitica, riabilitazione neuropsicologica e psicoterapia del disabile. Terapie riabilitative e relazionali.
Venerdì 24 Giugno a Domenica 26 giugno (solo mattina) Il corpo , che definisce il confine tra sé e l'altro in silenzio le strutture, la nostra vita interiore e anche media nostre interazioni con il mondo. psicoanalisi nasce nello studio di sintomi isterici , ed è sempre stato interessato alla mente incorporata - le sue fonti, confini e metafore. Gli scienziati cognitivi hanno prestato poca attenzione relativamente a tali questioni. I recenti progressi delle neuroscienze , tuttavia, hanno prodotto una pletora di nuove intuizioni nel cervello incarnata . embodied cognition e l'emozione sono diventati grandi temi di interesse scientifico. Questo congresso porta maggiori autorità su questi temi in un dialogo , creando un'opportunità senza precedenti per la convergenza interdisciplinare. Il Congresso sarà aperto da Wolf Singer e gli altri relatori sono: 'AD' Bud Craig , Istituto Neurologico Barrow, Phoenix Antonio Damasio , dell'Università della California del Sud Peter Fonagy , University College London Vittorio Gallese , Università degli Studi di Parma Marianne Leuzinger-Bohleber , Sigmund-Freud-Institut, Francoforte sul Meno Jaak Panksepp , College di Medicina Veterinaria, Università di Stato di Washington Rolf Pfeifer , Università di Zurigo Mark Solms Università di Città del Capo Patrik Vuilleumier , Università di Ginevra Sigrid Weigel , Literatur und-Zentrum für Kulturforschung, Berlino
"Parlare con chi non parla". Brani da congressi ,conferenze,lezioni sul coma
La missione del principe azzurro
Siamo felici di presentare un lavoro comune di molti anni di psicoterapia precoce e comunicazione facilitata nei pazienti comatosi, all’interno di un’equipe riabilitativa diretta dalla Professoressa Cecilia Morosini. Da parte mia esporrò a grandi linee il significato di questo approccio terapeutico portando la mia testimonianza di psicoterapeuta. Il rapporto con il paziente comatoso sin dagli stati di minima risposta sta tutto nella comunicazione: è importante imparare a comunicare con “il diverso”, colui che non usa il nostro linguaggio comune come bambini piccoli, anziani, malati psichiatrici, autistici, psicotici, malati terminali e tutti quelli che non possono parlare. Questa comunicazione non verbale è fatta di sguardi, respiro, suoni e posture. Se impariamo a metterci in ascolto arrivano molti segnali, si formeranno immagini nella mente, emozioni nel cuore e sensazioni fisiche nel nostro corpo. Se alleniamo i nostri sensi interni, l’empatia, l’intuizione ed il senso dello scambio nell’intimità con il paziente, ritroveremo quello spazio magico della diade mamma bambino nel primo anno di vita, dove i bisogni del neonato sono decodificati e contenuti dalla mamma. Questo avviene velocemente nelle mamme dei comatosi e anche in quelle mogli ed in quei mariti che erano molto sintonizzati “prima” fra di loro e in quegli operatori che spontaneamente e con passione si dedicano a questi pazienti. Dobbiamo, come anche nella comunicazione facilitata, fidarci di quello che sentiamo. Questa notte ho avuto un sogno. Abbiamo due bellissime fiabe che raccontano la metafora del paziente comatoso: Biancaneve e La bella Addormentata. La prima è addirittura in una bara di cristallo, come lo scafandro del paziente comatoso. E chi le sveglia? Un coraggioso principe. Una figura androgina che ha una missione e supera qualunque prova per compierla: non crede a ciò che vede, ma a quello che “sente”. Come le risveglia: l’amore, il bacio il contatto fisico, la forza del desiderio, unite alla volontà determinata e cocciuta portano al risveglio, all’unione e fanno “vivere felici e contenti” L’impresa amorevole le decine di pazienti che abbiamo accompagnato in questi trent’anni, indipendentemente dal tipo di esito. È la qualità della vita che desidero ed auguro ad ogni famiglia che si trova in queste condizioni. Credo che quel tipo di energia animica, quantica che sta nel contenitore fisico sia il nostro programma essenziale, poco valutabile e poco conosciuto, che si rivela nei sogni, nel coma, nelle premonizioni, nelle grandi opere d’arte e nella musica, così come nella preghiera e nella meditazione; per questo non ci si può fermare al contenitore, solo perché non conosciamo bene il contenuto, vorrei ricordarvi che le testimonianze su questi stati di coscienza nel coma sono ormai migliaia e che è ancora importante una calda armonica cura nella sacralità di ogni esistenza. Non entro in merito alle scelte o all’abbandono ad una morte crudele per fame e sete, perché questo mi fa stare male. Preferisco pensare a “vissero felici e contenti” e rimanere nell’esercito dei principi azzurri, anche perché qualche volta ce l’abbiamo fatta.
Venerdì 24 Giugno a Domenica 26 giugno (solo mattina)
RispondiEliminaIl corpo , che definisce il confine tra sé e l'altro in silenzio le strutture, la nostra vita interiore e anche media nostre interazioni con il mondo. psicoanalisi nasce nello studio di sintomi isterici , ed è sempre stato interessato alla mente incorporata - le sue fonti, confini e metafore. Gli scienziati cognitivi hanno prestato poca attenzione relativamente a tali questioni. I recenti progressi delle neuroscienze , tuttavia, hanno prodotto una pletora di nuove intuizioni nel cervello incarnata . embodied cognition e l'emozione sono diventati grandi temi di interesse scientifico. Questo congresso porta maggiori autorità su questi temi in un dialogo , creando un'opportunità senza precedenti per la convergenza interdisciplinare.
Il Congresso sarà aperto da Wolf Singer e gli altri relatori sono:
'AD' Bud Craig , Istituto Neurologico Barrow, Phoenix
Antonio Damasio , dell'Università della California del Sud
Peter Fonagy , University College London
Vittorio Gallese , Università degli Studi di Parma
Marianne Leuzinger-Bohleber , Sigmund-Freud-Institut, Francoforte sul Meno
Jaak Panksepp , College di Medicina Veterinaria, Università di Stato di Washington
Rolf Pfeifer , Università di Zurigo
Mark Solms Università di Città del Capo
Patrik Vuilleumier , Università di Ginevra
Sigrid Weigel , Literatur und-Zentrum für Kulturforschung, Berlino
molto bello
RispondiElimina"Parlare con chi non parla".
RispondiEliminaBrani da congressi ,conferenze,lezioni sul coma
La missione del principe azzurro
Siamo felici di presentare un lavoro comune di molti anni di psicoterapia precoce e comunicazione facilitata nei pazienti comatosi, all’interno di un’equipe riabilitativa diretta dalla Professoressa Cecilia Morosini.
Da parte mia esporrò a grandi linee il significato di questo approccio terapeutico portando la mia testimonianza di psicoterapeuta.
Il rapporto con il paziente comatoso sin dagli stati di minima risposta sta tutto nella comunicazione: è importante imparare a comunicare con “il diverso”, colui che non usa il nostro linguaggio comune come bambini piccoli, anziani, malati psichiatrici, autistici, psicotici, malati terminali e tutti quelli che non possono parlare. Questa comunicazione non verbale è fatta di sguardi, respiro, suoni e posture.
Se impariamo a metterci in ascolto arrivano molti segnali, si formeranno immagini nella mente, emozioni nel cuore e sensazioni fisiche nel nostro corpo.
Se alleniamo i nostri sensi interni, l’empatia, l’intuizione ed il senso dello scambio nell’intimità con il paziente, ritroveremo quello spazio magico della diade mamma bambino nel primo anno di vita, dove i bisogni del neonato sono decodificati e contenuti dalla mamma.
Questo avviene velocemente nelle mamme dei comatosi e anche in quelle mogli ed in quei mariti che erano molto sintonizzati “prima” fra di loro e in quegli operatori che spontaneamente e con passione si dedicano a questi pazienti. Dobbiamo, come anche nella comunicazione facilitata, fidarci di quello che sentiamo.
Questa notte ho avuto un sogno.
Abbiamo due bellissime fiabe che raccontano la metafora del paziente comatoso: Biancaneve e La bella Addormentata.
La prima è addirittura in una bara di cristallo, come lo scafandro del paziente comatoso.
E chi le sveglia? Un coraggioso principe. Una figura androgina che ha una missione e supera qualunque prova per compierla: non crede a ciò che vede, ma a quello che “sente”.
Come le risveglia: l’amore, il bacio il contatto fisico, la forza del desiderio, unite alla volontà determinata e cocciuta portano al risveglio, all’unione e fanno “vivere felici e contenti”
L’impresa amorevole le decine di pazienti che abbiamo accompagnato in questi trent’anni, indipendentemente dal tipo di esito. È la qualità della vita che desidero ed auguro ad ogni famiglia che si trova in queste condizioni.
Credo che quel tipo di energia animica, quantica che sta nel contenitore fisico sia il nostro programma essenziale, poco valutabile e poco conosciuto, che si rivela nei sogni, nel coma, nelle premonizioni, nelle grandi opere d’arte e nella musica, così come nella preghiera e nella meditazione; per questo non ci si può fermare al contenitore, solo perché non conosciamo bene il contenuto, vorrei ricordarvi che le testimonianze su questi stati di coscienza nel coma sono ormai migliaia e che è ancora importante una calda armonica cura nella sacralità di ogni esistenza. Non entro in merito alle scelte o all’abbandono ad una morte crudele per fame e sete, perché questo mi fa stare male. Preferisco pensare a “vissero felici e contenti” e rimanere nell’esercito dei principi azzurri, anche perché qualche volta ce l’abbiamo fatta.
sono d'accordo per tutto
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